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LE DUE MORTI DEL SIGNOR MIHARA

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Avevamo lasciato l’ispettore Takeshi Nishida in un giardino, quello imperiale, e alla fine di questo nuovo romanzo sempre lì lo ritroviamo. Nishida, della squadra omicidi della Polizia di Tokyo, è un mezzosangue, un hāfu, per metà giapponese e per metà americano e, a conferma delle sue deprecate origini (per i nipponici cultori della razza) ha un occhio nero e l’altro azzurro ereditato dalla madre. Anche se coperto da una lente a contatto scura, forse sarà proprio quell’occhio limpido e disincantato a far luce su un omicidio apparentemente risolto fin dall’inizio. Il signor Mihara, ricco imprenditore finanziario in pensione, viene trovato morto nella sua dimora, trafitto da un colpo di spada. Il presunto assassino, un balordo criminale tossicodipendente, viene acciuffato quasi subito, ma il suo ostinato silenzio induce Nishida a scavare nel passato di Mihara.
Come nel libro precedente (L’ombrello dell’Imperatore) lo scrittore italiano Tommaso Scotti che vive da tempo in Giappone, scava nelle contraddizioni e nelle ambiguità del paese del Sol Levante. Sempre a un passo dalla soluzione, il puzzle degli indizi si capovolge e ciò che sembrava acquisito si scioglie come neve al sole. Il “Boss” come viene chiamato in questura per la sua stazza imponente ripercorre, sollecitato dalle indagini in corso, spezzoni della sua infanzia/adolescenza in cui la sua condizione di “sangue misto” era oggetto di bullismo da parte dei compagni. Bullismo e vere torture psicologiche che si ritrovano anche negli ambienti di lavoro, soprattutto nei corsi di formazione, in cui i giovani vengono sottoposti a ritmi estenuanti. Molti di loro decidono di sparire e rifarsi una vita, in una inquietante “unknown land” gestita da società clandestine che, spesso al limite della legalità, resuscitano sotto altre spoglie i cosiddetti “Evaporati”. Nishida, aiutato dal fido Joe e da una giovane agente, con la caparbietà che lo contraddistingue riesce ad arrivare al nocciolo della questione.
La scrittura di Scotti è come sempre nitida, spesso poetica, nessun giudizio tranchant sul Paese che lo ospita: “Il Giappone è come un sogno. Tutto sembra così vicino e così reale finché non provi ad afferrarlo. Allora diventa confuso e si allontana fino a sparire, lasciandosi dietro una scia di vapore profumato.”

LE DUE MORTI DEL SIGNOR MIHARA – Tommaso Scotti – Longanesi 2022
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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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