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Cucina Intelligente

Poesie scritte in cucina

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1.

Questo non è un poema

né queste – attenti –

parole.

Ho sfilato pulito

tagliato battuto tritato

e certamente non ho scritto niente

non sono parole queste

guardatele bene

non sono parole.

Mangiatele

 

 

2.

Prezzemolo carciofi

due etti di mascarpone

acqua minerale,

vedi, è quasi uguale:

le parole, poche,

si va a capo spesso

trattasi solo di questioni essenziali

le basi della vita, anzi.

ecco perché ora scrivo

più che altro liste della spesa

kitchen poem3

3.

L’ho già fatto in tocchetti

immerso nel succo di limone

e spicchi d’aglio che leverò in cottura

– ti ho mai detto

che odio il tonno fresco? –

finocchio selvatico

origano

forse mentuccia,

trovandola

in questa stagione.

Lo infilerò in spiedini

inframmezzato a rondelle di zucchine

che adesso vado a mettere sotto sale.

Poi torno di qua,

e finisco di scrivere

questa poesia

 

kitchen poem3

4.

sto pregando

la patata che sbuccio

fammi restare ti prego

fammi restare

nell’adesso e nel qui insieme a te –

illudimi se vuoi ma fammi eterna

sto pregando

il frullatore il basilico

le uova il formaggio grattato

– in voi, con voi fatemi essere

Assoluta presenza delle cose.

Lo sformato si cuoce 180 gradi venti minuti

finalmente

la preghiera è servita

kitchen poem3

 

5.

quando sarò morta

saranno le presine di stoffa a piangermi

ricordando la precisione amorosa

del mio gesto

nel riappenderle con cura al loro posto.

Anche i mestoli forati probabilmente

la forchetta dei maccheroni

 

 

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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