Poesie scritte in cucina



1.

Questo non è un poema

né queste – attenti –

parole.

Ho sfilato pulito

tagliato battuto tritato

e certamente non ho scritto niente

non sono parole queste

guardatele bene

non sono parole.

Mangiatele

 

 

2.

Prezzemolo carciofi

due etti di mascarpone

acqua minerale,

vedi, è quasi uguale:

le parole, poche,

si va a capo spesso

trattasi solo di questioni essenziali

le basi della vita, anzi.

ecco perché ora scrivo

più che altro liste della spesa

kitchen poem3

3.

L’ho già fatto in tocchetti

immerso nel succo di limone

e spicchi d’aglio che leverò in cottura

– ti ho mai detto

che odio il tonno fresco? –

finocchio selvatico

origano

forse mentuccia,

trovandola

in questa stagione.

Lo infilerò in spiedini

inframmezzato a rondelle di zucchine

che adesso vado a mettere sotto sale.

Poi torno di qua,

e finisco di scrivere

questa poesia

 

kitchen poem3

4.

sto pregando

la patata che sbuccio

fammi restare ti prego

fammi restare

nell’adesso e nel qui insieme a te –

illudimi se vuoi ma fammi eterna

sto pregando

il frullatore il basilico

le uova il formaggio grattato

– in voi, con voi fatemi essere

Assoluta presenza delle cose.

Lo sformato si cuoce 180 gradi venti minuti

finalmente

la preghiera è servita

kitchen poem3

 

5.

quando sarò morta

saranno le presine di stoffa a piangermi

ricordando la precisione amorosa

del mio gesto

nel riappenderle con cura al loro posto.

Anche i mestoli forati probabilmente

la forchetta dei maccheroni

 

 

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