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CORONAVIRUS ITALIANO VISTO DALL’IRLANDA [Cose d’Irlanda #18]

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Ieri il Ministero degli Esteri irlandese in un tweet  diceva di aver notato alcuni report inaccurati riguardo le allerte sui viaggi in Italia, specificando di aver avvisato i cittadini irlandesi, solo, di non viaggiare verso le aree chiuse, ossia i dieci comuni isolati. Da ieri invece i giornali italiani e la cosa prosegue, scrivono che l’Irlanda sconsiglia i viaggi in Italia, cosa non vera.
La pagina del Ministero degli Affari Esteri dedicata all’Italia riporta come stato di sicurezza quello più alto ossia “PRECAUZIONI NORMALI”, per la Cina ad esempio lo stato è quello di “evitare viaggi inutili“.
A dire il vero una parziale verità nella lettura dei giornali italiani c’è, infatti la pagina riporta anche un avviso che però non riguarda il Coronavirus. avvisa i viaggiatori che le regioni Lombardia, Veneto. Friuli Venezia Giulia, Piemonte ed Emilia Romagna hanno chiuso i musei e cancellato eventi.
Che succederà ora? Paradossalmente l’allarme italiano ha smosso giornali e politici, la cronaca di oggi diceva che entro stamattina il ministero avrebbe preso delle decisioni. Poi il silenzio, probabilmente si sono resi conto dell’assurdità di bloccare l’arrivo di italiani o di fermare i voli verso l’Italia. Staremo a vedere che succederà, probabilmente l’unica cosa che potrebbe accadere è lo spostamento della partita Irlanda-Italia del sei nazioni di rugby. Certo questo allarmismo ha portato ad una perdita già di qualche milione di euro a Ryanair e si prospettano perdite per il turismo.
Di sicuro se, come possibile ci saranno dei casi di Coronavirus in Irlanda, non saranno per l’arrivo di un aereo dall’Italia e non si ripeterà quanto successo nel 1348 quando la peste nera che arrivò, si dice, con una nave da Venezia e fece morire un terzo degli abitanti delle città

 

 

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FULVIO ROGANTIN

Sono triestino di nascita, dublinese di adozione. L’amore per Joyce nasce quando nel 1993, a Trieste, assisto alla lettura integrale dell’Ulisse, durata circa 30 ore. 4 anni fa mi trasferisco a Dublino per fare l’informatico. Inizio, per passione a fare dei tour Joyce. La mia vita cambia, ora, messa da parte l’informatica se non per alcuni progetti culturali, sono guida nazionale ed è oramai un lavoro a tempo pieno.

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