Su segnalazione di Roberta Nina Bianchin che ha curato la traduzione dall’inglese
Il mio nome è Jack.
Ho l’autismo, e ciò vuol dire che mi piace tanto, tanto, tanto programmare le cose.
Mi piace avvolgermi nella routine come se fosse una soffice e confortevole coperta.
I rumori forti mi rendono nervoso. Non sorprendetevi se ad un certo punto mi coprirò le orecchie con le mani quando entrerò nella stanza.
Il dottore dice che sono molto tattile: questo significa che uso le mie dita per vedere le cose.
Chiedetemi pure di non toccare gli oggetti che per voi sono importanti o semplicemente fragili, non ci saranno problemi.
Non ci saranno problemi nemmeno se li metterete via prima che io arrivi.
Per favore, non infastiditevi se quando mi avrete dato un regalo non sembrerò molto contento.
Adoro ricevere regali.
Ma dopo averli aperti, devo prendermi il tempo di guardarli con attenzione e di decidere come questi oggetti si interfacceranno con la mia vita. Potrei essere così impegnato in questi pensieri dal dimenticarmi persino di dirvi grazie.
Cercate di non parlarmi con quel tono zuccheroso e puccettoso come se doveste ricoprire di sciroppo d’acero un alveare. Potranno sembrarvi parole dolci, piene di buone intenzioni, ma in realtà non fareste altro che stigmatizzarmi.
Non suggeritemi una dieta senza glutine quando mi vedrete mangiare un dolcetto pieno di burro.
Non ditemi che magari il mio autismo migliorerà se imparerò a smettere di andare così tanto avanti e indietro attraverso lo stesso tratto di pavimento.
Non raccontatemi di come le ultime ricerche scientifiche abbiano scoperto che ai ragazzi come me, che prendono ogni sera qualche farmaco per poter dormire meglio, un giorno spunterà il terzo occhio o avranno un cancro.
Per favore, non insistete che accarezzi il vostro cane.
Non insistete che io assaggi i vostri snack.
Non chiedetemi di stare seduto per tutta la durata della cena.
A conti fatti, cercate di non insistere in niente.
Ci penseranno i miei genitori ad insistere per qualcosa, se lo riterranno necessario.
Loro sanno perfettamente quanto tirarmi come un elastico, conoscono esattamente il punto a cui posso arrivare senza rompermi.
Potrebbe essermi d’aiuto l’esistenza di un posto tranquillo in cui potrei rifugiarmi e fare i miei esercizi di respirazione. Non dovrebbe essere nessun luogo speciale, andrebbe bene la stanza per gli ospiti ma anche uno sgabuzzino sarebbe perfetto.
Per quanto riguarda la mia famiglia, cercate di non batterci troppo il tempo. A volte arriviamo in ritardo alle feste.
Questo potrebbe accadere per molte ragioni: magari mi ci è voluto un sacco di tempo per vestirmi.
Magari ho dovuto controllare e ricontrollare più volte che i miei cuscini fossero perfettamente dritti e allineati sul letto, prima di lasciare la mia stanza.
Se dovessimo essere in ritardo, al nostro arrivo cercate di non prenderci in giro gridando “siete in ritardoooo!”.
Tutto questo ci farebbe sentire terribilmente male.
A volte dobbiamo andarcene presto.
Quando accade, è perché ne ho avuto abbastanza e mi sono stancato di sentire tutto quel chiacchierare a voce alta e tutti quegli odori di cibo.
Le pause nello sgabuzzino non staranno più funzionando, e non ci sarà alternativa che andare a casa.
Se questo dovesse accadere, per favore non chiedete perché e non rimarcateci il fatto che non abbiamo nemmeno ancora preso il dolce chiedendoci di rimanere ancora giusto un attimino.
Sapete, le famiglie in cui vive un autistico non misurano il tempo in secondi o minuti come tutte le altre.
Lo misurano in meltdown sensoriali, in mancanza di programmazione, e in decorazioni di Natale distrutte. 🙂
Un’altra cosa: non mi piacciono gli abbracci. Questo perché quando la gente mi tocca mi sento come se stessi affogando, o come se la pelle mi si staccasse dal corpo.
Questo non significa che non mi importi di voi.
Mi importa.
E’ che dimostro il mio affetto semplicemente in un modo diverso.
Chiedetemi delle cose.
Chiedetemi dei biscotti che mi piacciono, della scuola, della musica che amo.
Amo la musica.
Ascoltate le mie parole, anche se dovessi metterci un casino per raccontarvi tutto.
Vi dirò che la mia canzone preferita è una di Ariana Grande, e che ho provato una nuova ricetta per fare i biscotti al cioccolato senza usare il burro ma utilizzando alcuni ingredienti diversi.
Chiedetemi, e io vi risponderò.
Tenete i vostri occhi sul mio viso mentre cercherò di spiegarmi.
Tenete le vostre mani ferme mentre starete ascoltando il mio discorso pacato e incerto.
Conservate queste mie parole vicino al vostro cuore, perché sono il più raro dei doni.
Perché dentro ai nostri cuori pulsanti, penso che tutti vogliamo le stesse cose.
Vogliamo mangiare cibo che abbia un buon sapore sulle nostre lingue, e sentirci al sicuro e al caldo e tranquilli come se fossimo avvolti da una coperta soffice.
Incontratemi dove sono.
Ascoltatemi quando parlo.
Vedetemi come sono.
Grazie.
Nel caso mi fossi dimenticato di dirvelo.
Grazie.
è perfetto