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Il nome della notte

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Ma forse tutto nasce sul ciglio di una strada, mentre la notte, sempre uguale a se stessa, non lascia spazio ad alcuna speranza” (dalla quarta di copertina de Il nome della notte)

Il nome della notte (ExCogita editore) di Marco Speciale – dopo l’esordio con Prima dei titoli di coda che ha riscosso un meritatissimo successo di critica e di pubblico – in una sbrigativa catalogazione potrebbe essere definito un noir.
In realtà è molto di più: è un romanzo di ottimo impianto narrativo/descrittivo – attento all’indagine psicologica e sociale dei diversi attori della vicenda.
La trama si fonda su argomenti come immigrazione, sfruttamento e razzismo (crudelmente efficaci le pagine dedicate al traffico delle ragazzine nigeriane destinate a battere i marciapiedi, in una moderna versione della “tratta delle schiave”); temi all’ordine del giorno in un’Italia che appare sempre più intollerante e feroce verso quegli stessi stranieri che poi “usa”, come nel caso delle giovanissime prostitute di colore e dei loro italianissimi clienti.
La vicenda è ambientata a Monza, in un clima surriscaldato dalla xenofobia e dalla rabbia sociale, e si apre con l’omicidio di una di queste ragazze: il suo corpo viene rinvenuto orribilmente straziato.
Le indagini, che si muovono tra gruppi razzisti e mafie locali e di importazione, sono condotte da personaggi ben costruiti: una magistrata opportunista, la pm De Stefanis; un vicequestore meridionale, Caserta, corpulento, amante della famiglia e del buon cibo, che fa della propria normalità la sua forza; il suo assistente, lo smilzo e nervoso Martì.
La scrittura fluida e agile di Marco Speciale e il suo sguardo attento, che spazia dalle piccole ipocrisie della provincia ai grandi traffici internazionali, rendono questo libro più che godibile e lasciano nel lettore il desiderio di ritrovare presto il vicequestore Caserta e la sua sagace umanità in un altro romanzo dell’autore lombardo.

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AGLAJA

Aglaja è una disegnatrice grafica, illustratrice, pittrice e vignettista con il vizio della scrittura, che si cela nei panni di Gabriella Corbo, insegnante di lettere. Per undici anni (dal 2003 al 2014) ha illustrato e disegnato vignette su blog e sito dello scrittore e giornalista Enzo Costa, sui suoi blog d’autore di Repubblica.it (dove ha tradotto in immagini i “Lanternini” di Enzo e ha tenuto una propria rubrica di vignette, “Domenicaglaja”) e dell’Unità.it (“Malumorismi”). Ha illustrato i libri “Rime Bacate”(Editori Riuniti), "Col senno di prima" (Editori Internazionali Riuniti), "Cercati col Lanternino" (Red@zione), tutti di Enzo Costa. Sempre con Enzo, ha partecipato al Festival Internazionale di Poesia di Genova 2012, con la proiezione di sue vignette che illustravano le rime dell’autore. Nel frattempo, diverse sue immagini “serie” cominciavano a essere esposte in mostre tematiche. Nel 2010 ha vinto il primo premio al concorso nazionale Sapete come mi trattano?, indetto dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per la categoria vignette, premio attribuitole dal Comitato d’onore, composto da esponenti di spicco del mondo della cultura (tra cui, per le vignette, Massimo Bucchi di Repubblica) e del movimento per i diritti delle persone con disabilità. Aglaja ha esposto le sue vignette, illustrazioni ed immagini, con i testi di Enzo Costa, nella mostra “Figuriamoci”, allestita al Muvita dal teatro Sipario Strappato di Arenzano (Genova), e nella mostra “Tra il dire e il disegnare c’è di mezzo il mare”, al Museoteatro della Commenda di Prè (Genova), una summa dei lavori della “ditta” EnzoCosta&Aglaja, sul tema del mare e dell’accoglienza, con divagazioni satirico-oniriche: è stata l’ultima, felice, occasione che ha visto insieme i “soci” Aglaja ed Enzo, mancato pochi giorni dopo l’inaugurazione. Dopo la scomparsa di Enzo Costa, Aglaja ha cessato la sua attività di vignettista satirica (salvo concedersi qualche “strappo”), preferendo dedicarsi alla pittura digitale, in cui fa vivere il suo mondo surreale. Ancora alla Commenda di Prè, Aglaja ha così inaugurato nel 2015 la sua prima personale su tela: “Come è profondo il mare”, gli abissi immaginari di una viaggiatrice statica. Del 2017 è il progetto “Scrittori liguri”, partito dall’idea di inventare ritratti impossibili di 19 grandi scrittori della Liguria partendo dalle loro parole. Il progetto si è concretizzato in un evento, “Equinozio delle Arti”, a Palazzo Tursi, e in una personale nel corso del Festival della Poesia di Genova, a Palazzo Ducale. Nel settembre dello stesso anno, si è inaugurata una nuova mostra al Museo del Mare di Genova dal titolo Fondali immaginari, dove le foto subacquee del fotogiornalista Adriano Penco sono state rivisitate dalla fantasia di Aglaja e dai suoi disegni surreali. Nel 2018 quattro opere di Aglaja su tela hanno fatto parte di Mosaic, a cura di Art Commission, un’installazione collettiva itinerante (in Italia e all’estero) a tema libero, che prende vita e forma assemblando i lavori degli artisti partecipanti. Ultimamente, Aglaja ha iniziato a sperimentare la serigrafia: i suoi disegni ora sono serigrafati su piastrelle, una tecnica che restituisce come non mai la luce e la brillantezza dei colori, così come sono preparati graficamente per lo schermo. Cura l’archivio dei lavori del suo socio, ne pubblica illustrandoli – sulle sue pagine social e su La Rivista Intelligente – brani e poesie inedite. Ha raccolto le poesie intimiste di Enzo Costa, uscite nel dicembre 2017 per Rayuela Editore, con un ritratto dell’Autore disegnato da Aglaja in copertina. Nel 2020 un suo disegno è stato scelto come copertina della raccolta di liriche "Poesie del Risveglio" di Simona Garbarino, ZONA Contemporanea 2020. Continua ad essere una prof. resistente e una disegnatrice/scrittrice impenitente. E viceversa.

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