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MARI CHRISTMAS 7 – Ecco cosa faccio da grande

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Illustrazione di Stefano Navarrini ©

La vita non è solo ridere e scherzare, ho sette anni e ormai è ora che cominci a pensare al mio futuro, capire cosa farò da grande, deciderlo seriamente. Mi metto a pensare: rifletto, considero, analizzo, pondero, vaglio.
Il medico? L’avvocato? La giornalista? Non riesco a decidere. La veterinaria? La fotografa? La fornaia? La hostess? Ecco! La hostess potrebbe andarmi bene: ottima presenza, portamento elegante, divisa impeccabile, sempre in giro per il mondo. Oh sì, la hostess va bene!
«Scusi hostess, che mi porta n’aranciata?»
«Ma figuriamoci se ho imparato tre lingue per portare un’aranciata a te!». Ora che ci penso meglio, la hostess non va bene! Vediamo: la verduraia? La dattilografa? La pediatra? La panettiera? La ragioniera? L’estetista? La fioraia? La maestra?
L’ illuminazione mi arriva per caso, sfogliando una rivista. Mi cade l’occhio su un articolo e d’impeto la decisione è presa: la Santa!
«Mamma, da grande voglio fare la Santa. Come si fa?»
«Comportati bene».
«A parte quello?»
«A parte quello: quello!»
«A parte quelloquello?»
«A parte quelloquello: quello!»
«A parte quelloquelloquello?»
«A parte quelloquelloquello:quello!»
«A parte quelloquelloquelloquell…»
«Baaaastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!».

La mamma non collabora. Devo sbrigarmela da sola, ma a non so come fare, non so da che parte cominciare.
Non che mi manchi la buona volontà e anzi, valuto con serietà l’indicazione della mamma, ma mi chiedo: se anche mi comporto benissimo, come faccio a farlo sapere al Vaticano? Cerco anche sul calendario della nostra parrocchia, ci fosse un indirizzo, un modulo d’iscrizione. Oh, insomma, come faccio a fare la Santa se nessuno mi spiega come si fa?
A mali estremi, estremi rimedi: mi rimane un’unica cosa da fare, un po’ pericolosa, lo so, ma devo correre il rischio: cerco sul dizionario. Stavolta col righello, però!
Esse… sa… sac… sad… sal … san… sant… Non c’è, Santa non c’é!
C’è «Santo, uomo pio, generoso, devoto, giusto, probo». Non voglio fare il Santo, voglio fare la Santa! Ma Santa non c’è! C’è «Santerellina, ragazza bugiarda che si finge ingenua». E «Santacea, pianta rampicante a fiori tubolari». Non è la stessa cosa! Siamo negli anni ’70 e tra una decina d’anni a Bruxelles verrà istituita la prima Commissione Europea Per le Pari Opportunità. Si ma io, nel frattempo, che faccio?
Intanto comincio col comportarmi bene: devo essere buona, devo essere buona, devo essere buona. È una parola: qui come ci si muove, si sbaglia! Idea: non mi muovo più, non parlo più, sto ferma immobile. Un minuto… due minuti… tre minuti… Uno dice: arriva a cinque e smette. Una settimana è durata! Mi hanno dovuta tenere a casa da scuola. È venuto il dottore. All’ottavo giorno ero seduta su una seggiola a fare il gioco delle macchie: «Cosa ti sembra questa?»
«Un’ aureola»
«Parliamone».
Così ne abbiamo parlato e fine della mia carriera di Santa. Però adesso siamo punto e a capo: cosa farò da grande? La profumaia? L’Architetta? L’orologiaia? La pasticciera? Mi viene in mente che abbiamo in casa, da qualche parte, un libro che si chiama: “Arti, mestieri e professioni nel Mondo”. È un libro bellissimo perché quando apri le pagine, c’è scritto anche in inglese, francese e spagnolo. Eccolo. Spiega tutto. Ah, ma guarda un po’ che mestieri strani: bo-ta-ni-ste. Boh! E guarda qua: Conservatoire, Academy. E questo: Co-me-di-an-tes.
Ehi, aspetta, questa ultima parola non mi è nuova. L’ho già sentita, ma dove? Mi fermo a pensare e d’improvviso la parola scritta sul libro comincia a tremolare, ché a volte quando mi prende l’emozione, le parole sui libri, lo fanno.
Sì, perché io Comediantes o qualcosa del genere l’ho già sentita. Ma dove? Chiudo gli occhi e aspetto che il ricordo mi arrivi. Eccolo: è la sera di Natale, sono in salotto anche se non dovrei perché è già finito Carosello. Papà sorride, mamma sorride, anche Nicoletta Orsomando sorride. E poi quella parola nuova: Commediante!
Ma certo! Come ho potuto dimenticarla? È la parola bellissima che anche in Italia i grandi usano per dirsi «ti credo!».
Riapro gli occhi sulla pagina scritta e guardo le lettere che ora tremano forte, forte, sotto il disegno di un Arlecchino che danza.
Chiudo il volume piano, ché non si schiaccino le parole, e lo ripongo nello scaffale della libreria. Da oggi consultare il Libro dei Mestieri per decidere cosa farò da grande, non mi occorre più!

Mari Christmas, prima puntata 
Mari Christmas, seconda puntata 
Mari Christmas, terza puntata 
Mari Christmas, quarta puntata 
Mari Christmas, quinta puntata 
Mari Christmas, sesta puntata

 

 

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