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Attualità Polis

Teatrino senza politica

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La vicenda politica che sta avvicinando al potere Giorgia Meloni, dinamica e spregiudicata leader del partito Fratelli d’Italia, suggerisce alcune considerazioni. Questo partito è erede di una linea ideale chiaramente discendente da ciò che fu il Movimento Sociale Italiano, a sua volta portabandiera del postfascismo residuale ma costante nel nostro paese fin dalla nascita della Repubblica.
Al di là dei programmi che caratterizzano FdI e le forze politiche sue oppositrici, oggetto di un dibattito colpevolmente assai meno sentito rispetto alle alchimie delle varie alleanze in corso di formazione tra i partiti, credo sia importante mettere in luce un fatto essenziale.
Nel 2012, la riforma delle pensioni fu affidata, in articulo mortis della nostra economia, al governo tecnico di Mario Monti e firmata dalla vituperata ministra Fornero. Naturalmente si è lasciato credere che la responsabilità delle pesantissime conseguenze sociali di quella riforma fossero appunto di quel governo e non delle decine di imbelli esecutivi che mai avevano osato fare ciò che era assolutamente necessario, per evitare di perdere voti e consenso.
La stessa cosa sta accadendo adesso.
I partiti, quasi tutti, hanno con incredibile leggerezza liquidato il governo Draghi dando via libera a elezioni anticipate nel momento più delicato della legislatura e, di conseguenza, iniziando un osceno balletto di alleanze dove nani e ballerini si sovrappongono senza più identità.
Dunque, di chi è la vera responsabilità se l’Italia si avvia verso un inedito governo di destra pura e dura? Chi ha bruciato irresponsabilmente l’unica, grande risorsa italiana rimasta a disposizione?
Cercate pure la risposta nel penoso teatro di burattini in scena a destra come, e soprattutto, a sinistra. Ripercorrete le strategie suicide che hanno caratterizzato le scelte populiste che hanno attraversato tutta la storia della prima repubblica e coinvolto pesantemente anche le scelte del principale partito della sinistra italiana; per non dire del più grande sindacato (ma anche gli altri non sono da meno) nel quale le tendenze populiste sono cresciute negli ultimi decenni fino a diventare dominanti oggi. La risposta apparirà con sorprendente chiarezza

 

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