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Editoriale

Maelstrom

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Ma che cos’è questo Moloch che ci acceca? Questo Maelstrom che avvolge e ci naufraga?
E la minaccia è sempre più vicina.
Più è vicina, meno la vediamo. Le nostre vite sono piccole, spaventate, confuse, cattive. Cosa sta succedendo qui, a noi, Italia, Grecia, Europa, Mondo?
Facile: colpa di Equitalia, dell’algido Monti, del boss Berlusconi, del galletto Renzi, dei greci pazzi, dei vecchi “padroni”, dei nuovi “padroni”, dei politici ladri, dei tedeschi cattivi, delle banche, delle agenzie di rating, dei bund, dei bond, dei fondi pensione, degli hedge fund, della finanza in sé e per sé, di quelli che vendono azioni che non hanno mai comprato, delle bolle che scoppiano, dei subprime, dei titoli tossici, dei future, della curva dei rendimenti, dei derivati, è colpa di stock options, after hours, blue chips, di spread e di default – del grande Komplotto mondiale che sta dietro tutto questo – dei mostri che la nostra ex-ragione produce.
No. E’ il suicidio dei lemming.
La trappola include tutto e tutti. E sempre più velocemente. Così, mentre ognuno di coloro che sono in grado di decidere, deciderà soggettivamente e secondo i propri razionali interessi, la somma di queste nostre scelte inevitabili e logiche ci porterà alla rovina.
Ma cosa ci sta divorando? E’ una macchina? L’insieme di tanti esseri umani diventa qualcosa che umano non è? Il denaro si muove come un immenso parassita che ci mangia da dentro? Una enorme ricchezza metallica, dentuta, senza carne per godere, senza luoghi dove andare? Senza figli da proteggere? Senza mani che lo spendano, senza nemmeno aridi cuori invasi di brama di comprare?
Ma COSA  è, che si arricchisce? Una minuscola serie di gnomi disincarnati? Un robot, un demone?
Una logica matematica, perfettamente rappresentabile tramite equazioni e algoritmi, che con facili mosse ci porterà alla catastrofe, alla guerra planetaria.
L’economia è lo strumento che la specie umana ha scelto per la propria estinzione.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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