Caricamento

Digita la ricerca

Costumi

Fashion victims

5.947 visite

 

Un refolo di tramontana e scatta l’operazione Viene il freddo e ho bisogno di qualcosa di nuovo.

Sabato pomeriggio, ore 16: mentre passeggio lungo uno dei cuori commerciali di Roma, ricco di boutique per tutte le tasche, le età e le taglie, di botto punto una coppia di amiche palesemente fashion victims e le seguo.

Entrano in un emporio smart dove si vendono “griffone” tipo Armani e Trussardi, e anche items di casate meno roboanti, e comunque belle e abbordabili. Prima, uno spulcio al limite della maniacalità, poi la scelta e la prova.

Le ex ragazze o bambine di 800 mesi – come diceva la mia mamma – hanno l’aria garrula e benestante. Dunque, penso fra me e me, non getteranno la spugna davanti ai 150 euro dei jeans Armani e nemmeno davanti ai 200 del pullover di sublime bellezza. Sììì, anzi nooo: all’improvviso i pantaloni di vigogna color canna di fucile dal taglio impeccabile diventano per loro «sarebbe una cosa in più, avrei preferito una gonna molto corta da mettere con calze pesanti e stivali», e il pullover «ah no, del blu marine non se ne parla, non c’è glicine oppure rosa pallido?».

Domanda legittima, risposta scontata: ma perché ti vuoi vestire Armani se non ti piacciono il grigio scuro e il blu navy?
La realtà è che le signore con quella cifra volevano comprare ben di più. Fuori di volata dall’emporio e di corsa in un magazzino di provenienza londinese dove si vestono tutte, ma proprio tutte, le ragazzine dai 14 ai 18 anni, che siano filiformi o culone, comunque ancora in età da paghetta – con la quale comprare, appunto, la maglia trendy (poco importa se di materiale scadente) e la minigonna d’ordinanza (chissenefrega se ha l’orlo che sembra cucito sull’otto volante).

Bene, le nostre adulte fashion victims, trovano pane per i loro denti e, senza provare nulla ─ è tutto taglia unica ─ arraffano due chipperrimi leggings orrendamente “lustri” e due sbilenchi over, pazze di felicità perché essendo questi ultimi lunghi e sbiechi, per magia spariscono, come dice la pubblicità, gli inestetismi della cellulite, la coscia latina e il seno dall’incerta consistenza.
Una delle due sussurra all’amica, quando sono alla cassa: «Se mi stanno male li passo a mia figlia».
Non ci credo neanche se lo vedo. Manca ancora l’orgasmo da shopping, ma la strana coppia lo raggiunge ben presto, riprendendo il cammino per la via commerciale.
Lungo i marciapiedi si contano a decine le bancarelle, tutte gestite da giovanotti dello Sri Lanka o del Kerala, circondate di stands dai quali grondano pantaloni, minigonne, palandrane di maglia copritutto, twin–set di “casimiro” (cashmere di dubbia provenienza), viluppi di sciarpe e sciarpette arrotolate a mo’ di serpenti che fanno la nanna e persino top di paillettes, gonne da sera con finta sottogonna di tulle e golfini con la bordura di pelliccia ─ certo non ecologica, ma di animale domestico. Prezzi dai 10 ai 30 euro.

Occhio veloce e manina rapace, le amiche del sabato in un nanosecondo scelgono, consultandosi, un repertorio quasi esaustivo della merce esposta. Conto finale: cento euro una e centoventi l’altra. Trattabili (secondo loro), come si fa al suk dei paesi nordafricani. Ma il cingalese e l’indiano sono irremovibili.

Pagano e, malvestite ma felici, s’infilano in un bar a festeggiare con un happy hour i loro incauti acquisti.

Tags:
ADRIANA MULASSANO

Dopo aver frequentato il Liceo Linguistico Alessandro Manzoni di Milano, si trasferisce a New York, dove incontra il suo maestro, Richard Avedon. Rientrata in Europa, dopo una breve esperienza a Parigi, nella redazione di ELLE, diventa nel 1961 redattrice di Amica, ruolo che abbandonerà nel 1964 per iniziare la collaborazione con il Corriere della Sera, dove resta fino al 1990 con il duplice ruolo di inviata speciale per la moda e redattrice della Terza Pagina. Dal '92 al 2000 lavora presso l'ufficio stampa della Giorgio Armani s.p.a. Poi, stabilitasi a Roma, insegna per cinque anni all'Accademia di Costume e di Moda e dal 2009 è docente di giornalismo di moda presso il corso triennale di Fashion Communication all'Istituto Europeo del Design. Ha pubblicato il libro "I Mass Moda" - Fatti e personaggi dell'Italian look illustrato dai ritratti di Alfa Castaldi con la prefazione di Anna Piaggi.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *